Domanda:
Mandarino....?
anonymous
2007-06-26 11:33:02 UTC
...ho un albero, ovviamente piccolo, di mandarino...sapete dirmi quando e come potarlo. Grazie...
Quattro risposte:
Libero
2007-06-26 23:58:57 UTC
Per il momento non devi potarlo, devi lasciare che cresca almeno di oltre un metro per iniziare a dargli i primi tagli che serviranno per iniziare a far rinforzare i rami più grossi e farlo crescere nella forma che desideri.

In genere il consiglio che io do sempre è di farlo crescere in larghezza più che in altezza, per vari motivi, non ultimo quello che è meno vulnerabile esposto ai venti, e l'altro è che è più facile per raccogliere i frutti e dare gli antiparassitari!!!

Quindi quando raggiungerà il metro e mezzo, cimarlo ed arieggiarlo dal centro, in modo che anche l'interno abbia più luce ed aria e prenda meno parassiti.

Il periodo per potarlo comunque è da novembre a febbraio.
marcisett
2007-06-27 19:46:22 UTC
Complimenti a Louise per la dovizia di informazioni riguardante gli agrumi. Ritornando al periodo della potatura come da domanda , faccio presente che tutti gli agrumi (limoni- aranci- mandarini, ecc.) vanno potati nel periodo della fioritura per bilanciare il rapporto dei fiori che devono rimanere sulla pianta in rapporto alle foglie (per evitare alternanze di produzione). La circolazione di linfa della pianta in piena vegetazione permette inoltre una migliore cicatrizzazione delle ferite inferte con la potatura. Per la potatura come detto da Libero, limitati per adesso a qualche taglio di rami in posizione scomoda, o che si intersicano, però molto importante , NON SPUNTARLI MAI , MA TAGLIALI ALLA BASE con questo otterai una fioritura più precoce, solo dopo di allora si potrà parlare di una potatura vera e propia. Sarò ben felice come altri quando sarà venuto il momento di darti le spiegazioni con dovizie di particolari.
louise
2007-06-27 09:43:50 UTC
La Coltivazione degli Agrumi



Agrumi - Coltivazione degli agrumiLa prima condizione di riuscita della Coltivazione degli Agrumi in suolo è come detto la temperatura che nel periodo invernale non deve scendere al disotto di 0 °C, considerando poi che l'optimum per la vegetazione e la produzione rientra fra i 7° di minima invernale e i 28° di massima estiva.

Nell' ambito dei Citrus vi sono poi varie resistenze agli abbassamenti di temperatura, direttamente collegate alla specie, fra le più sensibili vi sono i cedri e i limoni, mentre sono più resistenti al freddo gli aranci amari e i kumquat.

Fra i fattori basilari di riuscita delle coltivazioni vi è il terreno, che deve essere leggero, sciolto, molto fertile, e la buona disponibilità di acqua che tuttavia deve defluire velocemente in suolo, senza mai ristagnare.

Un altro elemento da tenere in considerazione è la ventosità, particolarmente dannosa su tutto il genere Citrus, potendo distruggere fiori e frutti neo formati o addirittura distaccare le foglie.

Per quanto riguarda l'illuminazione l'optimum è dato dal buon irraggiamento che si ottiene solo distanziando bene le piante e, molto importante per le coltivazioni in vaso, nel periodo invernale un'ottima illuminazione, pena la totale caduta delle foglie.

La coltivazione, in sintesi, risulta ottimale nelle zone climatiche temperate, con clima mite in inverno , in posizione riparata da vento, e soleggiate .

Nelle zone con inverni rigidi è necessario porre al riparo le piante di agrumi, in serra fredda.



La Concimazione degli Agrumi



Agrumi - Concimazione degli agrumiLa Concimazione per il genere Citrus è una pratica indispensabile; va fatta con concimi bilanciati nei macronutrienti e riccamente dotati di micronutrienti, come Manganese e Zinco, indispensabili per le normali attività fisiologiche della pianta.

Il periodo ottimale di somministrazione del concime coincide con la ripresa vegetativa, che avviene a fine inverno, con notevole anticipo rispetto all'inizio delle fioriture, per continuare poi ad intervalli regolari di 8-10 giorni.

Nel periodo invernale si consiglia di ridurre il numero di concimazioni, senza mai interromperle, proprio perché la pianta è sempre in attività vegetativa o produttiva, come nel caso di limoni, aranci e mandarini.

Gli Agrumi si avvantaggiano notevolmente durante tutto il periodo di crescita di frequenti concimazioni fogliari, allo scopo di risolvere casi di carenze acute o momentanei deperimenti o blocco della assimilazione dal suolo a causa di temperature eccessive.

Per evitare l'insorgenza del tipico ingiallimento fogliare da Clorosi Ferrica, che colpisce spesso gli Agrumi in fase di ripresa vegetativa o molto frequentemente se il tipo di suolo è calcareo, sono importanti varie somministrazioni di prodotti a base di Ferro chelato per via radicale.



Avversità e Cura degli Agrumi



Gli Agrumi sono soggetti ad una ampia casistica di avversità.



Agrumi - Avversita e cura degli agrumiLe patologie di tipo ambientale: sono tipicamente le carenze, fra cui la clorosi ferrica (di cui si è già trattato alla concimazione) si manifesta a vari livelli a seconda della gravità. Le foglie ingialliscono progressivamente, dagli apici vegetativi sino alla base della pianta. Nei casi critici le piante non fioriscono o hanno scarsa fioritura o perdono precocemente i frutti. Le foglie poi disseccano ai bordi e cadono sino a portare la pianta a completa defogliazione.

Assieme a questa carenza ve ne sono altre che presentano sintomi differenti fra cui: ingiallimenti delle foglie basali, torsione delle foglie, l' imbianchimento e la deformazione delle medesime, oppure punteggiature e arricciamenti, a cui fanno seguito scarsa fioritura e fruttificazione e scarse qualità dei frutti (aromi, zuccheri, colore e pezzatura) .

Queste cause sono controllabili preventivamente, con l'utilizzo di fertilizzanti idonei come quelli specifici per agrumi, mentre in altre situazioni le piante sono recuperabili a livello delle prime manifestazioni con interventi specifici con integratori di microelementi.

Altre cause "ambientali" sono:

- la carenza di luce, che porta a scarsa fioritura e conseguente scarsa o nulla fruttificazione, oltre ad una crescita minima delle piante; si consiglia quindi di porre gli Agrumi in luogo molto luminoso, con almeno 4-6 ore di sole diretto al giorno.

- l'inquinamento: queste piante non si sviluppano al meglio nei luoghi molto soggetti ad inquinamento, si sconsiglia quindi di utilizzarli nelle aiole spartitraffico, o comunque nell'arredo urbano in aree soggette a molto traffico automobilistico.

- gli stress termici invernali ed estivi; nelle zone con inverni molto freddi è bene tenere le piante di Agrumi in luogo protetto, almeno fino al mese di aprile o maggio, in modo da evitare qualsiasi esposizione a temperature di molto inferiori allo zero per periodi prolungati; in estate può essere necessario ombreggiare leggermente gli esemplari coltivati in vaso durante le ore più calde della giornata.

- l'eccesso di salinità in acqua e suolo, che può la pianta ad una debilitazione generale.

In questi casi assieme alla prevenzione e la rimozione della causa predisponente è consigliato il tempestivo utilizzo di prodotti "energetici" per offrire alla pianta un valido aiuto per un veloce recupero dell'efficienza vegetativa dopo lo stress e favorirne l'armonioso sviluppo.



Tra le principali malattie parassitarie di origine vegetale (funghi) troviamo:

Mal Secco

Marciume basale o del colletto

Maculature delle foglie e dei frutti

Muffa delle foglie e dei frutti

Fumaggini

Marciume bruno dei frutti



Le principali malattie parassitarie di origine animale (insetti) troviamo:



Afidi o Pidocchi

Mosche bianche

Larve minatrici di fiori e foglie o Tignole

Mosca della frutta

Cocciniglie

Minatrice serpentina

Acari o Ragnetti Rossi

Formiche

Oziorrinco
anonymous
2007-06-26 18:39:49 UTC
VALIDO PER LA MAGGIOR PARTE DI PIANTE DA FRUTTO









Principali operazioni di potatura

SCACCHIATURA: questa operazione consiste nell'asportare completamente i getti che derivano dallo sviluppo di gemme a legno situate in posizioni non udii all'economia generale della potatura. Essa viene generalmente applicata alle piante in allevamento.





CIMATURA: questo intervento di potaturaverde consiste Dell'asportare l'apice dei germogli. L'operazione è molto delicata, avendo per oggetto organi in via di accrescimento e quindi fisiologicamente molto reattivi.

Le conseguenze della cimatura sono diverse a seconda del momento in cui viene eseguita: la cimatura praticata precocemente su germogli vigorosi, quando il loro sviluppo è più intenso, provoca un arresto temporaneo della vegetazione, sopprime la dominanza apicale e induce lo sviluppo dei rami anticipati.

Nei vigneti la cimatura viene spesso praticata per limitare lo sviluppo dei tralci che, accrescendosi eccessivamente, possono, con il loro portamento scandente, invadere gli interfilari e intralciare la periodici esecuzione delle operazioni colturali.

Nel caso poi della raccolta meccanica la cimatura dei germogli uviferi è utile per agevolare e migliorare !a qualità del lavoro delle vendemmiatrìci.Questo tipo di intervento deve essere però eseguito tardivamente, quando cioè non da più luogo alla formazione di germogli anticipati e quando la eliminazione delle foglie non pregiudica più la nutrizione dei grappoli o la costituzione delle riserve.





DECORTICAZIONE ANULARE : questa operazione consiste nell'asportare dal tronco, dalle branche o dai rami molto vigorosi un anello di corteccia alto qualche millimetro, allo scopo di arrestare il deflusso della linfa elaborata che cosi rimane a disposizione delle gemme, dei fiori e dei frutti presenti al di sopra del punto decorticato.

La decorticazione anulare sì esegue quanto prima possibile a partire dal momento in cui le branche o il fusto sono «in succhio», cioè da quando il cambio entra in attività.

La decorticazione anulare può essere vantaggiosa per le piante molto vigorose in cui si vuole favorire la differenziazione a fiore delle gemme, l'allegagione dei fiori e l'ingrossamento dei frutti. Occorre tuttavia non abusare di questa operazione per evitare un rapido esaurimento delle branche trattate e danni indiretti all'intero albera.

La decorticazione anulare è anche occasionalmente applicata per sfruttare al massimo branche destinate a essere successivamente asportate in quanto male posizionate o soprannumerarie.

Per rendere meno drastici gli effetti negativi di questa operazione si può ricorrere alla incisione anulare che consente una più rapida ricostituzione del sistema conduttore iloematicn.





INCISIONI LONGITUDINALI : questo intervento consiste nell'eseguire lunghi tagli longitudinali nella corteccia del fusto e delle branche allo scopo di ridurre la tensione dei tessuti che consegue all'accrescimento diametrale di tali organi, favorendo cosi il loro sviluppo.

In realtà l'intervento, anche se provoca spesso un'immediata contrazione della corteccia lungo le incisioni, non determina poi alcun sostanziale aumento in spessore degli organi trattati, per cui non corrisponde alle aspettative che ne giustificherebbero l'esecuzione.



DIRADAMENTO DEI FRUTTI: questa operazione viene eseguita quando, specialmente in certe annate, la càscola fisiologica non è di per sé sufficiente ad assicurare il raggiungimento di un'adeguata pezzatura dei Frutti e, al tempo stesso, una regalare produzione nell'anno successivo. Quando infatti la fruttificazione è in eccesso, l'accrescimento dei rami e la loro slessa lignificazione risultano Compromessi, così come ridotta è la differenziazione a fiore delle gemme. Il diradamento costituisce una pratica abituale per il pesco e i susini cino-giàpponesi, abbastanza frequente per l'albicocco, il melo e il mandarino.

L'intervento deve essere tempestivo: se esso e eseguito troppo precocemenle risulta molto efficace ma anche più laborioso e più rischioso, non potendosi ancora valutare, con sufficiente approssimazione, ['entità della càscola naturale; se è eseguito troppo (ardì può portare a una minore produzione e a una pezzatura dei frutti non soddisfacente Per quanto riguarda l'intensità del diradamento, si deve, in sostanza, valutare preventivamente il potenziale produttivo della pianta e rapportare a questo il numero dei frutti da mantenere sull'albero.

In pratica non esiste un parametro oggettivamente valido per le varie ed eterogenee condizioni biologiche e colturali nelle quali si deve operare. Il criterio dì riferire il numero dei frutti che, dopo il diradamento, devono rimanere su una branca al numero delle foglie o alla reciproca di-stanza lungo i rami presenta molti punti di indeterminatezza che potrebbero essere meglio corretti se l'operazione potesse venire eseguita in più riprese.

Circa la scelta dei frutti da asportare, nelle drupacee si sopprìmono, in primo luogo, quelli eventualmente inseriti a coppia sugli stessi nodi passando poi a operare lungo i rami; nel melo si tende a lasciare un solo frutto per ciascuna lamburda.

II diradamento è un intervento molto selettivo e deve essere quindi eseguito preferibilmente a mano; tuttavia esso richiede una notevole quantità dì lavoro (per il pesco da 100 a 200 ore/ettaro) ed è quindi economicamente molto oneroso. Questo fatto ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative quali il diradamento chimico e quello meccanico.





SFOGLIATURA: questo intervento consiste nell'asporlare parte delle foglie per favorire l'insolazione e l'arieggiamento dei frutti prossimi alla maturazione; quando è applicata nel vigneto è detta anche spampinaturti.

In generale la sfogliatura eseguita in epoca appropriata migliora l'aspetto del prodotto; se invece e eseguita troppo precocemente è dannosa per la fruttificazione in atto e per la differenziazione a fiore delle gemme.

Nel caso della vendemmia meccanica, la sfogliatura può agevolare il distacco degli acini e ridurre le perdile.





TORSIONE: questo intervento consiste nel sottoporre i germogli eccessivamente vigorosi a flessione e a parziale rotazione sul loro asse per indebolirli .





INFRANGIMENTO: questa operazione consiste nell'incrinare un germoglio o un ramò lasciando attaccata e pendente la sua porzione distale . Si tratta, in definitiva, di una operazione meno drastica di un taglio di raccorciamento.





RACCORCIAMENTO E SOPPRESSIONE DEI RAMI: queste due operazioni vengono generalmente eseguite durante il periodo invernale. Esse consistono nell'asportazione della parte distale dei rami (raccorciamento) o nella totale asportazione di questi con un taglio alla base (soppressione), se il raccorciamento è limitato al solo tratto apicale dei rami viene detto spuntatura; se il taglio è praticato invece nel tratto prossi-

male. al di sopra, di 2-3 gemme, si parla allora di speronatura.

In rapporto all'intensità e alle modalità con cui vengono compiuti gli interventi cesorì la potatura si distingue in: ricca, quando comporta I' asportazione di uno scarso numero di gemme; povera, quando le gemme asportate sono numerose per cui sulle piante ne rimane una quantità limitata; lunga, quando i rami sono appena spuntati; caria, quando sono speronati; mista, quando, come generalmente avviene, gli interventi di spuntatura sono associati a interventi di spe-ronatura e di diradamento dei rami. In pratica, poi, la potatura può essere corta e povera, corta e ricca, lunga e povera, lunga e ricca .

Nelle piante acrotone (che tendono cioè a sviluppare la parte alta della chioma e quella finale dei rami), il raccorciamento sposta il gradiente vegetativo verso la base dei rami, facendo sviluppare anche quelle gemme che altrimenti rimarrebbero quiescenti. Nelle piante basitone, il raccorciamento accentua invece la naturale tendenza al prevalente sviluppo dei germogli basali.

Il raccorcia mento dei rami è più selettivo del diradamento, ma comporta tempi di lavoro relativamente più elevati.

Con il raccorciamento e con il diradamento dei rami si ottiene una riduzione dei «punti di accrescimento» (gemme a legno) complessivamente esistenti sulla pianta; nei due casi gli effetti sono diversi anche quando il numero delle gemme superstiti è uguale: nel caso del diradamento dei rami i germogli sono singolarmente meno sviluppati di quelli die si formano sui rami raccorciati ma lo sviluppo complessivo dei germogli emessi dai rami superstiti è maggiore.

Nelle piante deboli o senescenti il raecorcia-rnento drastico dei rami consente di ottenere un maggiore rigoglio vegetativo.

Nella potatura degli alberi adulti il raccorciamelo o il diradamento dei rami hanno fondamentalmente lo scopo di proporzionare il numero delle gemme a frutto (normalmente esuberanti) alla capacità produttiva delle piante.

Circa le modalità operative, l'esperienza acquisita con la potatura meccanica (che non può eseguire tagli netti e precisi), ha dimostrato la inconsistenza della raccomandazione di eseguire interventi cesori obliqui subito sopra l'inserzione di una gemma. Sui rami la cicatrizzazione dei tagli non presenta in genere problemi





COSI SARAI LA REGINA DELLE POTATURE.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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